Papa Francesco nell’omelia del 13 settembre come già nel passato torna a parlare del male insito nei pettegolezzi, questa volta con termini ancora più duri. Lo spunto è stato il vangelo del giorno (Lc 6, 39-42) commentando il quale Papa Francesco ha detto senza mezze misure che “Quelli che vivono giudicando il prossimo, parlando male del prossimo, sono ipocriti, perché non hanno la forza, il coraggio di guardare i loro propri difetti“.
La maldicenza dunque nasce da una carenza di capacità introspettiva: non avendo il coraggio di guardare i propri errori si preferisce criticare gli altri magari ingigantendo lo sbaglio altrui in modo che il proprio appaia più piccolo.
“Se tu parli male del fratello, uccidi il fratello” è una immagine forte questa usata da Papa Francesco il quale ricorda che in verità nel parlare male degli altri ripetiamo il gesto di Caino. Di fatto uccidiamo l’immagine di Dio che è nascosta dentro il nostro fratello e questo equivale ad uccidere nostro fratello.
Spettegolare è un gesto di violenza e una persecuzione, bisogna essere chiari in questo. E’ un gesto criminale, dice il Pontefice: si tratta d una forma differente di criminalità. La criminalità delle parole che è ancora più subdola poiché chi la commette non si sente criminale, ma “pulito”, “innocente”.
Dobbiamo dunque raccogliere l’invito di Papa Francesco a riflettere su questi comportamenti affinché impariamo a tenere a freno la lingua. E’ inutile altrimenti parlare di pace ed invocarla quando poi siamo i primi a far nascere le piccole guerre in famiglia, con gli amici e conoscenti.
La pace si costruisce a partire dai piccoli gesti che ognuno di noi é chiamato a mettere in pratica, con la testimonianza.
“Chiediamo per noi, per la Chiesa tutta, la grazia della conversione dalla criminalità delle chiacchiere” ha quindi pregato Papa Francesco “all’amore, all’umiltà, alla mitezza, alla mansuetudine, alla magnanimità dell’amore verso il prossimo“.
Ma dove trovo il discorso della pace di papa Francesco?
Salve, se si riferisce al discorso sulla pace pronunciato nel corso della veglia sulla pace del 7 settembre 2013, lo trova qui.
Questo messaggio, scuote veramente le coscienze! E’ un monito forte e vero!
Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra.
Partendo da queste parole di nostro Signore si comprende come da sempre anche senza colpa c’e’ chi si diverte cosi’ cioe’in parole povere dando addosso agli altri.Occorre precisare che alla base ci
possono essere comportamenti. tali dovuti a problemi di natura psicologica pertanto escludendo
patologie allo stato puro si tratta quasi sempre di parole. e azioni dovute a patologie
congenite e di varia natura. Pertanto chi crede deve pregare e trovare in Gesu’ la capacita’
di vivere la buona battaglia.Dove e’ possibile correggere senza prevaricare ,dove non riusciamo
affidare noi stessi e gli altri alla misericordia del Signore Lui ci ha creati e ci conosce. tutti.
Faccio seguito al mio commento del 3 settembre c.a. per sottolineare la gravità della maldicenza, “un gesto criminale” come afferma il Pontefice.
Ma la Verità, talvolta, ha bisogno di ricorrere alla Favola.
Si narra, infatti, che abitasse nuda in fondo ad un pozzo. Il giorno che si decise ad uscire per incontrare la gente tutti fuggirono alla sua presenza. Allora umiliata si avviò per una strada di campagna dove incontrò, meravigliosamente abbigliata, la Favola. Con questa si lamentò per il mancato ricevimento e per il freddo che la tormentava. La Favola la invitò, quindi, a ripararsi sotto il suo mantello anche per la sua nudità imbarazzante e di proseguire con lei da buona sorella. Così i savi avrebbero accolto la Favola in grazia di quanto nascondeva ed i pazzi avrebbero festeggiato la Verità perché frusciante delle sete e dei gioielli della compagna.
In tal senso, anche nel campo cattolico, come scrivono Beretta e Broli nel libro “Le bugie della Chiesa” – (Ediz. Piemme): “Le bugie […] sono in realtà un reticolo variegato di pie tradizioni, spesso gentili e degne di rispetto, fiorite nel campo della religiosità, frammiste però a mezze verità, veri e propri errori, luoghi comuni ed equivoci che, per assuefazione, pigrizia mentale, gusto del folclore e del meraviglioso, hanno assunto agli occhi della gente valore di certezze assolute”.
Ad esempio: il battesimo non “lava” il peccato originale; non tutti possono diventare preti; il Papa non sempre è infallibile; nell’inferno non ci sono le fiamme; il diavolo non ha né corna né zoccoli; gli angeli non hanno le ali.
Aristotele (384-322 a.C.) è del parere che: “Il falso e il vero non sono nelle cose, come se il bene fosse vero e il male falso, ma nel pensiero”. Per il sapiente greco, l’uomo veridico è “autentico, sincero sia nella vita che nelle parole”. Scrive S. Agostino (354-430 d.C.): “Mendacium est enuntiatio cum voluntate falsum enuntiandi” (“De mendacio”, IV,4). (La menzogna è l’affermazione del falso con l’intenzione volontaria di ingannare). Il Dottore della Chiesa fa la differenza tra il “mentiens” (colui che mente) e il “mendax” (il bugiardo), essendo la menzogna un atto e l’ipocrisia uno stato.
Agostino propone una sorta di classificazione della menzogna, in ordine decrescente alla gravità morale: 1) La menzogna religiosa (per la conversione di qualcuno); 2) la menzogna maligna attiva (per danneggiare qualcuno senza giovare ad altri); 3) la menzogna maligna passiva (per godere dell’inganno e trarne vantaggio); 4) la pura menzogna dannosa (per il bene di qualcuno a danno di altri, il semplice piacere d’ingannare); 5) la menzogna per acquistarsi favore (nella conversazione); 6) la menzogna benevola innocente (per il bene di qualcuno senza danneggiare altri); 7) la menzogna necessaria per la vita (per salvare la vita a qualcuno); 8) la menzogna necessaria per la purezza (per salvare la castità di qualcuno). (“De mendacio”, XXI, 42).
La diffamazione o maldicenza e la calunnia sono i mali più gravi contro la carità e la giustizia. La differenza fra i due peccati sta nel fatto che mentre il primo porta a conoscenza difetti veri ma segreti, l’altro attribuisce colpe inattendibili.
Giustamente, Papa Francesco sostiene che “Parlare male del fratello” può significare annientarlo. Se vogliamo la pace, dobbiamo controllare i nostri discorsi: “ne uccide più la lingua che la spada”.
La magia dell’aria di Don Basilio nell’opera musicale di Rossini “Il barbiere di Siviglia”, oltre ad estasiare invita alla riflessione:
«La calunnia è un venticello / un’auretta assai gentile / che insensibile sottile / leggermente dolcemente / incomincia a sussurrar». Pian piano, s’introduce nelle orecchie della gente e stordisce testa e cervello. Uscendo, quindi, dalla bocca prende forza e scorrendo da un luogo all’altro «sembra il tuono, la tempesta / che nel sen della foresta, / va fischiando, brontolando, / e ti fa d’orror gelar. / Alla fin trabocca, e scoppia, / si propaga si raddoppia / e produce un’esplosione / come un colpo di cannone». Fra il tumulto generale «… il meschino calunniato / avvilito, calpestato / sotto il pubblico flagello / per gran sorte va a crepar».
Domenico Caruso – S. Martino (Reggio Calabria)
Qui non si tratta di uccidere un fratello parlandone male ma piuttosto di DIFENDERSI da certi PSEUDO Fratelli(che di NOI non gliene importa NULLA anzi..) che INGANNANO,RUBANO e soprattutto stanno creando SUICIDI nelle persone umili, persone che hanno fatto sacrifici per tutta la vita(oppure l’ottusita’ nel NON DARE DIGNITA’ alle persone non e’ condannata?)…Ma a questi che hanno creato suicidi Voi non dite nulla…??? Li perdonate…??? Come se nulla fosse successo … Come mai da MEDJUGORIE arrivava spesso il messaggio della MADONNA dicendo che SUO figlio GESU’ non ce la fa a sopportare il male commesso…??? COMINCIATE a dire ai nostri Fratelli di non UCCIDERE NOI in modo che NOI difendendoci (ci tengo a sottolineare DIFENDENDOCI) non abbiamo a UCCIDERE LORO…!!! E’ SEMPRE CHI E’ al POTERE che ROVINA o AGGIUSTA gli eventi, il popolo soccombe o vive in Armonia…!!!
Ad esempio, quando si scrivono commenti on line sui vari blog, sono quasi tutte discussioni politiche e da lì nascono scontri anche audaci, sarebbe il caso di non scrivere più? Non si può neanche vivere restando muti, e di conseguenza si tende ad accusare coloro che non agiscono in buona fede….considerando poi che non tutti la pensiamo alla stessa maniera! Io ho molto diradato i commenti on line, perché tanto non mi pare che siano serviti per un uso di utilità. Secondo me si chiacchiera troppo senza concludere nulla!
Valido anche per la politica?
Ho notato che non serve essere agnelli in politica, non raccogliere provocazioni, mostrarsi mansueti.
In politica vale il detto: se ti fai agnello, il lupo ti mangia.
Di solito chi aggredisce di più è vile, e se gli si risponde a muso duro, si impaurisce.
Luciana