« Non si può reagire violentemente, ma se uno dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetta un pugno »
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« Non si può reagire violentemente, ma se uno dice una parolaccia contro mia mamma, si aspetta un pugno »
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Il realismo e la concretezza di Papa Francesco scandalizzano tutti coloro che io definisco moralisti.
Io sono un Cristiano Cattolico e praticante e soprattutto un peccatore.
A chi offendendesse mia Mamma anch’io darei un pugno in quanto il Signore mi ha creato cosí : vivo, sbaglio, prego e amo la mia Mamma.
Grande Papa Francesco !
Andrea
Santo Padre, voglio sperare che le sue parole siano state falsate dalla necessità di parlare in una lingua alla quale non è abituato. Sono un cristiano poco osservante e poco militante, e spero nella sua indulgenza di Vicario di Cristo, se, senza intenzione, le mie parole le risulteranno offensive. Ma Colui che lei rappresenta , sa che se reagisco in modo violento alle offese che mi vengono fatte è perché la mia natura umana , di peccatore, ha preso il sopravvento. Credo che guarderà con indulgenza alla mia colpa , ma non me l’ascriverà a carico. Credo che il messaggio , nelle Sue intenzioni, Santità, fosse questo e non quello che le sue parole dicono. Perdoni se ho frainteso, ma lo stupore per ciò che Lei ha affermato mi ha scosso nel profondo. Gesù ha perdonato chi lo ha sbeffeggiato, picchiato ucciso, e ha chiesto il perdono per coloro che lo hanno offeso, non ha dato pugni. Certo si può anche pensare che, essendo Dio… però grande era l’offesa. Di certo non è facile essere un papa, ma da chi lo è diventato non mi aspetto smagliature di questa portata.
Me gusto el comentario. Si uno no quiere que lo agredan pues simplemente pienselo y no ofenda. Todo en la vida hay una causa y un efecto. La libertad de prensa precisamente es un medio para buscar la paz y no para incentivar la discordia.
Mauricio Rojas Ch. Bucaramanga Colombia
Anche mettere in croce qualcuno era “normale” due millenni fa. Eppure, ci fu un Qualcuno che invitò ad amare i propri nemici, che intimò a Pietro di riporre la spada, e che insegnò a porgere l’altra guancia e a liberarsi dagli istinti negativi di reazione (non per debolezza e per arrendevolezza, ma per forza e per tenacia superiore). Dovremmo invece accontentarci di seguire quella che viene considerata la “norma” degli istinti di reazione? Sono deluso da questa Sua dichiarazione, che trovo poco illuminata e ben distante dallo spirito evangelico.