All’Angelus si torna a parlare delle Beatitudini, caratteristiche proprie del cristiano, che tutti dovremmo conoscere e di cui Gesù stesso ha parlato ai suoi discepoli.
Possono certo sembrare strane affermazioni ma “definiscono l’identità del discepolo di Gesù. ” La prima come sappiamo è la più famosa, “beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.” Che vuol dire? “il discepolo di Gesù non trova la sua gioia nel denaro, nel potere o in altri beni materiali, ma nei doni che riceve ogni giorno da Dio: la vita, il creato, i fratelli e le sorelle, e così via. Sono doni della vita. Anche i beni che possiede, è contento di condividerli, perché vive nella logica di Dio.” L’umiltà di capire di non possedere nulla, e la generosità di condividere quello che si ha.
Esattamente come Simon Pietro che, dopo aver seguito il consiglio di Gesù, riempie le reti di pesci e poi abbandona tutto per seguire il Maestro, così dovremmo fare noi. Seguirlo senza rimanere attaccati alle nostre idee e accettando “il paradosso delle Beatitudini-che- dichiarano che è beato, cioè felice, chi è povero, chi manca di tante cose e lo riconosce. ”
Questo è in contrasto con ciò che pensiamo, ovvero che chi più ha è felice. “Davanti al paradosso delle Beatitudini il discepolo si lascia mettere in crisi, consapevole che non è Dio a dover entrare nelle nostre logiche, ma noi nelle sue.” Può essere difficile, ma il discepolo è gioioso. “Il Signore, liberandoci dalla schiavitù dell’egocentrismo, scardina le nostre chiusure, scioglie la nostra durezza, e ci dischiude la felicità vera, che spesso si trova dove noi non pensiamo.”
Lasciamoci guidare da Lui e chiediamoci se lo seguiamo con gioia anche se non sempre comprendiamo la sua logica. Questo fa di noi veri discepoli del Cristo: avere la gioia nel cuore.
Spero davvero che papa Francesco mandò la canzone ‘Henna’ oppure ‘Se io fosse un angelo’ di Lucio Dalla a Puttin e Biden.
Forse loro capiscono cosi meglio le parole di Dio.
Sottoscrivo la chiamata di papa Francesco agli responsabili politici con il mio cuore.
Grazie mille papa Francesco,
Peter Knapen
Belgio