All’Udienza la lettera ai Galati di San Paolo che si fa portatore del messaggio di Cristo Crocifisso, e si stupisce che essi , che pure lo hanno visto con i loro occhi, se ne stiano allontanando.
Per questo chiede loro chi li abbia “incantati”, perché vogliano tornare ai vecchi precetti, a prima della venuta del Figlio e del suo sacrificio. “Ancora oggi, molti sono alla ricerca di sicurezze religiose prima che del Dio vivo e vero, concentrandosi su rituali e precetti piuttosto che abbracciare con tutto se stessi il Dio dell’amore– fa notare Bergoglio- per questo Paolo chiede ai Galati di ritornare all’essenziale, a Dio che ci dà la vita in Cristo crocifisso.” Dunque il suo consiglio, come quello di Paolo ai tempi, è di mettersi davanti al Crocifisso e meditare, solo così possiamo ricevere lo Spirito Santo che è l’unica cosa che muove i cuori: “è Lui che cambia il cuore, non le cose che noi facciamo, ma l’azione dello Spirito Santo in noi cambia il cuore!”
Esso alimenta il nostro essere cristiani e ci aiuta nelle lotte interiori, quelle spirituali. Che si contrappongono a quelle della carne, della nostra dimensione terrena, e l’apostolo nella sua Lettera ne elenca alcune: “fanno riferimento all’uso egoistico della sessualità, alle pratiche magiche che sono idolatria e a quanto mina le relazioni interpersonali, come «discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie…» Gal 5,19-21.”
Dobbiamo quindi capire se stiamo seguendo le opere della carne o quelle dello Spirito che produce buoni frutti come “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé […] Una persona che è in pace, che è gioiosa e che ama: con queste tre tracce si vede l’azione dello Spirito.” La Chiesa, in conclusione, non può essere solo regole ma deve essere “annunciare Cristo crocifisso e risorto animati dal soffio dello Spirito d’amore. Perché è solo questo Amore che possiede la forza di attirare e cambiare il cuore dell’uomo.”