Si conclude all’Udienza di oggi il percorso compiuto assieme a Papa Francesco sulle Beatitudini, sulla loro comprensione. L’ultima presa in esame è “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” Mt 5,10.
“Questa beatitudine annuncia la stessa felicità della prima: il regno dei Cieli è dei perseguitati così come è dei poveri in spirito” spiega il Pontefice, è un unico percorso che ci porta alla piena comprensione di come ricevere la “grande ricompensa dei cieli”.
Giunti alla fine capiamo che “il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito”.
Per seguire il mondo troppo spesso scendiamo a compromessi, perché il mondo ha “i suoi idoli, i suoi compromessi e le sue priorità” che non dovrebbero appartenere al vero cristiano portatore di “Spirito di verità che il mondo non può ricevere” . Esso, il mondo, non può che “rifiutare la povertà o la mitezza o la purezza e dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore e un problema, quindi come qualcosa da emarginare”.
“Il mondo- ci mette in guardia Bergoglio –vive in funzione del denaro” e quindi “chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità.”
Perché fastidio? Perché la gente che vive secondo la “mentalità mondana” vive “come un rimprovero” la testimonianza cristiana, che porta solo del bene a chi la segue, e si sente posta davanti ad una scelta: “lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento”.
In conclusione “Bisogna essere fedeli al sentiero umile delle Beatitudini, perché è quello che porta ad essere di Cristo e non del mondo.”