Uno speciale Angelus quello odierno, che si è tenuto a Malta nel secondo giorno del Viaggio Apostolico del Pontefice, ed è seguito alla Santa Messa celebrata a Floriana, in Piazzale dei Granai.
L’episodio di cui ci parla il Santo Padre è quello della donna adultera; quando Gesù si ferma a insegnare, tra i presenti mancano proprio la donna e i suoi accusatori. “Le ragioni della loro assenza sono diverse: scribi e farisei pensano di sapere già tutto, di non aver bisogno dell’insegnamento di Gesù; la donna, invece, è una persona smarrita, finita fuori strada cercando la felicità per vie sbagliate.”
Coloro che la accusano sono l’esempio di tutti quelli che si ergono a giudici degli altri senza badare alle proprie mancanze, ai propri difetti. Questi uomini vanno da Gesù e “gli mettono davanti una persona, come se fosse una cosa, chiamandola con disprezzo ‘questa donna’ e denunciando pubblicamente il suo adulterio. Premono perché la donna sia lapidata, riversando contro di lei l’avversione che loro hanno per la compassione di Gesù.”
Questo indica che tutti corrono il rischio di cadere nell’ipocrisia. Chiediamoci dunque che tipo di cristiani siamo, se guardiamo gli altri “come Gesù ci mostra oggi, cioè con uno sguardo di misericordia, oppure in modo giudicante, a volte persino sprezzante, come gli accusatori del Vangelo, che si ergono a paladini di Dio ma non si accorgono di calpestare i fratelli.”
Seguiamo il suo insegnamento, che perdona senza accusare, perché Dio “lascia sempre aperta una possibilità e sa trovare ogni volta vie di liberazione e di salvezza.” Per il Signore nessuno è irrecuperabile, chiediamogli di essere salvati, chiediamo in preghiera di ricevere la grazia del perdono. “Non c’è peccato o fallimento che, portato a Lui, non possa diventare un’occasione per iniziare una vita nuova, diversa, nel segno della misericordia.” Perdoniamo come Egli perdona noi, sempre.