Durante il , nel corso dell, prendendo spunto dalla Lettura del Vangelo, nel quale si raccontava della guarigione del cieco Bartimeo, Papa Francesco ha analizzato i vari modi di reagire degli Apostoli di fronte al grido di Bartimeo. Questa parabola è incredibilmente attuale, ha spiegato il Vescovo di Roma, e ci racconta delle tentazioni a cui è esposto il clero di fronte al dolore degli ultimi, degli emarginati: tirare dritto, zittire, reagire.
Tirare dritto è l’atteggiamento di quei discepoli che sono con Gesù ma non lo ascoltano davvero, è l’atteggiamento di coloro che naturalizzano il dolore, si abituano alle ingiustizie alla fine terminando con il giustificarle. Tutti siamo esposti al rischio di perdere la nostra capacità di stupirci quando blindiamo il nostro cuore e non riusciamo più a sentire il grido di dolore dei nostri fratelli. Tirare dritto senza fermarsi è come ascoltare la Parola di Dio senza che questa faccia radici nella nostra vita.
Zittire, è l’atteggiamento di quei discepoli che sentono il grido del popolo di Dio che soffre e rispondono a questo grido rimproverando, brontolando, dicendogli di tacere. E’ il dramma di quei discepoli che credono che la vita di Gesù è solo per un gruppo ristretto, per un gruppo di “eletti“. E così la identità cristiana diventa superiorità – ha spiegato Papa Francesco – e il sentirsi superiori agli altri porta a porre limiti e barriere al popolo di Dio. Per affrontare questa tentazione bisogna chiedere a Dio la grazia della memoria: non dimenticare mai da dove si viene, non dimenticare mai che si è stati scelti da Dio proprio dal cuore del popolo di Dio.
Reagire è la reazione di coloro che si recano dal cieco Bartimeo quando vedono che Gesù si ferma. Questi non reagiscono di fronte al grido di dolore del popolo di Dio, avrebbero tirato dritto o lo avrebbero zittito, ma, attenti a Gesù, aprono il loro cuore alla misericordia di Dio nel momento in cui riconoscono che il grido di dolore diventa Parola. Gesù non tira dritto e non zittisce, Gesù “si ferma di fronte al grido di una persona e si impegna con lui. Mette radici nella sua vita. E invece di farlo tacere, gli chiede: Che cosa posso fare per te?“.
Non siamo testimoni di una ideologia – ha concluso Papa Francesco – siamo testimoni dell’amore risanante e misericordioso di Gesù. Questa è la pedagogia di Gesù: passare dalla indifferenza alla capacità di seguire Gesù, aprendo il nostro cuore e giungendo a dire al popolo di Dio “Coraggio! Alzati, il maestro ti chiama” (Mc 10,49)
…quanta commozione e sorpresa di g r a z i a nell’ESSERE …accolti …compresi e affidati da Papa Francesco a Gesù e Maria …e far parte integrante di quell’ECCOCI che rende a Lui e a Dio vicino il nostro i s t a n t e : A L L E L U YAH !
E noi diciamo:Eccoci! Con tutti i nostri difetti e limiti. Gesù è geloso, il nostro “Eccoci!”, lo vuole ascoltare in modo esclusivo. Poi, lo prende e ci prende per “pescare e salvare anime”. Grazie Gesù, grazie Maria, al Vostro cuore affidiamo papa Francesco.
…è bello…buono…sano che nessuno escluda nessuno, cammin facendo Testimonianza del Massimo Bene che proviene dalla Provvidenza dell’Amore divino, infatti questa percezione dell’Amore di Dio …e della sua pedagogia …credo e mi dà certezza della Cosa più Bella che si possa avere e …ricca di emozioni in ogni RELAZIONE di se stessi con la realtà e il Sogno di tutti …dentro il cuore di tutti desiderio di essere SognoRealta dell’Amore…cocepito da Dio …sacro a Dio …
Bellísimo discurso e invitación para todos los de la vida consagrada, santísimo Padre. Dios fomente las vocaciones santas por todo el mundo. La buena semilla caiga en tierra fértil para que muchos jóvenes le digan sí a Señor!! Bendiciones siempre