Un’Udienza incentrata, oltre che su San Giuseppe, sulle parole “comunione dei Santi” che pronunciamo nella preghiera del Credo.
Sappiamo davvero qual è il significato di questa affermazione? chiede il Santo Padre. “Anche il cristianesimo può cadere in forme di devozione che sembrano riflettere una mentalità più pagana che cristiana. La differenza fondamentale sta nel fatto che la nostra preghiera e la nostra devozione del popolo fedele non si basa, in quei casi, sulla fiducia in un essere umano, o in un’immagine o in un oggetto, anche quando sappiamo che essi sono sacri.” Cosa vuol dire? Che anche quando ci rivolgiamo ad un Santo dobbiamo farlo sempre per arrivare a Gesù perché “questo legame che ci unisce tutti, fra noi e noi con Cristo, è la ‘comunione dei santi’.”
È errore comune credere ai miracoli da essi compiuti poiché in realtà “i santi non operano miracoli, ma soltanto la grazia di Dio che agisce attraverso di loro.” Afferma il Catechismo che “la comunione dei santi è precisamente la Chiesa, a sua volta questa è “la comunità dei peccatori salvati.” E siamo tutti uniti come un solo corpo, come diceva San Paolo, di cui Cristo è il capo. “La gioia e il dolore che toccano la mia vita riguarda tutti, così come la gioia e il dolore che toccano la vita del fratello e della sorella accanto a noi riguardano anche me. Io non posso essere indifferente agli altri, perché siamo tutti parte di un corpo, in comunione.”
E lo siamo anche con chi non c’è più, e con i Santi, appunto, ai quali spesso ci rivolgiamo come forma di amore, così come possiamo rivolgerci in preghiera a San Giuseppe “[…] vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido, affinché abbiano una felice soluzione. […]”