In occasione della festività dell’Immacolata Concezione il Vangelo su cui ci si sofferma all’Angelus è dedicato proprio alla Beata Vergine Maria e al momento dell’Annunciazione da parte dell’angelo.
Un momento importantissimo e che ci dice tanto, infatti nell’istante in cui la trova in casa l’angelo l’apostrofa come “piena di grazia”, e questo, spiega Bergoglio, vuol dire “che la Madonna è vuota di male, è senza peccato, Immacolata.” E ricevere quei complimenti, invece di esaltarla, come spesso accade, e come Gesù ha sempre condannato, lei rimane turbata “perché si sente piccola dentro, e questa piccolezza, questa umiltà attira lo sguardo di Dio.” Gesù ha sempre biasimato chi “va alla ricerca dei saluti nelle piazze, dell’adulazione, della visibilità.”
Una umiltà che è cara al Signore nostro Dio, “Maria, infatti, non si attribuisce prerogative, non rivendica qualcosa, non ascrive nulla a suo merito. Non si autocompiace, non si esalta. Perché nella sua umiltà sa di ricevere tutto da Dio. È dunque libera da sé stessa, tutta rivolta a Dio e agli altri.” Questo, come sappiamo, piace a Dio, essere attenti agli altri, a fare del bene e ad amare senza egoismi e senza mettere se stessi al centro.
E che il Signore non ami chi cerca apprezzamenti dagli altri lo si capisce anche dal luogo in cui una simile notizia viene data, tra le mura di casa, senza clamori. Questo ci dice “che il Signore, per compiere meraviglie, non ha bisogno di grandi mezzi e delle nostre capacità eccelse, ma della nostra umiltà, del nostro sguardo aperto a Lui e anche aperto agli altri.” Lui vorrebbe compiere grandi opere, ma noi glielo permettiamo? Ci crediamo, abbiamo fiducia?
Dovremmo dunque capire che dobbiamo “vivere ogni giorno quello che ci capita umili e gioiosi, come la Madonna, liberi da noi stessi, con gli occhi rivolti a Dio e al prossimo che incontriamo.”