Nella prima domenica di Avvento l’Angelus è incentrato proprio sulla venuta di Cristo, la seconda venuta alla fine dei tempi, dopo la grande tribolazione.
E ci invita ad attenderlo senza paura ma con gioia, certi della sua promessa; nello stesso tempo Gesù ci raccomanda di vigilare sempre. Vegliare e “non permettere che il cuore si impigrisca e che la vita spirituale si ammorbidisca nella mediocrità. Fare attenzione perché si può essere ‘cristiani addormentati’ – e noi sappiamo: ce ne sono tanti di cristiani addormentati, cristiani anestetizzati dalle mondanità spirituali – cristiani senza slancio spirituale, senza ardore nel pregare – pregano come dei pappagalli – senza entusiasmo per la missione, senza passione per il Vangelo.”
Non dobbiamo perderci dietro gli affanni della vita, che ci distrae dalle cose veramente importanti, e dagli altri fratelli. Vigilare per non cadere nell’accidia, che è “un grande nemico della vita spirituale, anche della vita cristiana. L’accidia è quella pigrizia che fa precipitare, scivolare nella tristezza, che toglie il gusto di vivere e la voglia di fare. È uno spirito negativo, è uno spirito cattivo che inchioda l’anima nel torpore, rubandole la gioia. Si incomincia con quella tristezza, si scivola, si scivola, e niente gioia.”
Nel Vangelo di Luca Gesù mette in guardia dalla pigrizia del cuore e avvisa “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano […]. Vegliate in ogni momento pregando (21; 34-36)” affinché la sua venuta non ci colga impreparati. Solo pregando teniamo il cuore vigile, “è la preghiera che tiene accesa la lampada del cuore. Specialmente quando sentiamo che l’entusiasmo si raffredda, la preghiera lo riaccende, perché ci riporta a Dio, al centro delle cose. La preghiera risveglia l’anima dal sonno e la focalizza su quello che conta, sul fine dell’esistenza. Anche nelle giornate più piene, non tralasciamo la preghiera.” E questo è il periodo migliore, quello della preparazione al Natale, preghiamo che Gesù venga da noi.