“Tutti noi, oggi, siamo qui radunati in speranza” inizia così l’omelia della Santa Messa presieduta da Papa Francesco in ricordo delle vittime di guerra. Ripetendo le parole di Giobbe della prima Lettura: “Io so che il mio Redentore è vivo e che ultimo si ergerà sulla polvere”. La speranza di rincontrare Dio, di rincontrarci tutti noi, come fratelli: e questa speranza non delude. Paolo è stato forte in quella espressione della seconda Lettura: “La speranza non delude”.
Ma la speranza tante volte mette le sue radici in piaghe umane, in dolori umani e quel momento di dolore di ci fa guardare il Cielo e dire: “Io credo che il mio Redentore è vivo. Ma fermati, Signore”. Questa è la preghiera che forse esce da tutti noi, davanti questo cimitero. “Sono sicuro, Signore, che questi nostri fratelli sono con te. Sono sicuro”, noi diciamo questo. “Ma, per favore, Signore, fermati. Non più. Non più la guerra. Non più questa strage inutile”, come aveva detto Benedetto XV. Meglio sperare senza questa distruzione: migliaia di giovani, di speranze rotte. “Non più, Signore”. E questo dobbiamo dirlo oggi, che preghiamo per tutti i defunti, e in modo speciale per questi ragazzi; oggi che il mondo un’altra volta è in guerra e si prepara per andare più fortemente in guerra. “Non più, Signore. Non più”. Con la guerra si perde tutto.
Mi viene alla mente quell’anziana che guardando le rovine di Hiroshima diceva: “Gli uomini fanno di tutto per dichiarare e fare una guerra, e alla fine distruggono se stessi”. Questa è la guerra: la distruzione di noi stessi. E se oggi è un giorno di speranza, oggi è anche un giorno di lacrime. Lacrime come quelle che sentivano e facevano le donne quando arrivava la posta: “Lei, signora, ha l’onore che suo marito è stato un eroe della Patria; che i suoi figli sono eroi della Patria”. Sono lacrime che oggi l’umanità non deve dimenticare. Questo orgoglio di questa umanità che non ha imparato la lezione e sembra che non voglia impararla!
Gli uomini pensano spesso di fare una guerra, sono convinti di portare un mondo nuovo, di fare una “primavera”. E finisce in un inverno, brutto, crudele, con il regno del terrore e la morte. Oggi preghiamo per tutti i defunti, tutti, e specialmente per questi giovani. Preghiamo anche per i morti di oggi, i morti di guerra, anche bambini, innocenti. Questo è il frutto della guerra: la morte. E che il Signore ci dia la grazia di piangere.
Sinfonia
Non riesco, non riesco
a fare nulla, Padre.
Non posso urlare, non mi posso
arrabbiare, e non posso mollare.
Tutti mi devono aiutare,
e non posso obbligare.
Allargo le mani, e prego,
prego Te, Padre.
Una sinfonia, la più grande
sinfonia d’amore, dirigila
Tu, Padre.
Ogni cuore all’unisono
fai cantare, ogni anima
a Te sollevare.
Pace, pace!
…e io sono stonata come una campana…ma le campane richiamano, richiamano a Te,
Padre non mi dimenticare.
Basta con la guerra, basta sparare si distrugge la Terra creata dal Signore.
Basta con le guerre, perchè sparare? si distrugge la Terra creata dal Signore.
IL FUTURO SI CANCELLA, OGNI ISTANTE, SENZA BASIIIII E RADICI, NON CI SARA MAI UN FUTURO, PER QUESTI: BAMBINI GIOVANI COPPIE SALUTE FUTURO.
COLLABORIAMO TUTTI PER CAMBIARE IL FUTURO, CON + BASIIIIII
LE PAROLE SI DISPERDONO NELL’ARIA, MA LE BASIIIIIIII POSSONO E DEVONO CAMBIARE IL FUTURO, PRESO GIA’ IN CONSIDERAZIONE IN CINA A TAIPEI L INT L INVENTION SHOW & TECHNOMART