Papa Francesco, durante l’omelia di oggi in Casa Santa Marta, ha messo in guardia i fedeli presenti dal lasciarsi affascinare da una religione dello spettacolo, che stupisce con nuove rivilezioni e messaggi, e, al contempo, ha invitato a custodire la speranza, utilizzando pazienza e discernimento, affinché questa non si mescoli con la zizzania.
Bergoglio ha ricordato che Gesù stesso confessa ai suoi discepoli che il Regno di Dio è in mezzo a noi, solo che non si manifesta per mezzo di eventi prodigiosi, come alcuni vorrebbero, ma nel silenzio. “Il Regno di Dio – ha proseguito il Vescovo di Roma – non è una religione dello spettacolo”, è dunque un atteggiamento sbagliato, e che ci allontana da Dio, quello di continuamente cercare “cose nuove, rivelazioni, messaggi …“.
Non ci sono nuovi messaggi che dobbiamo ricevere, né tantomeno ulteriori profeti che stiamo attendendo: “Dio ha parlato in Gesù Cristo: questa è l’ultima Parola di Dio“, ha detto il Papa. Tutti queste rivelazioni successiva, tutti questi messaggi, ai quali abbiamo assistito nel corso della storia, del resto, “sono come i fuochi d’artificio, che ti illuminano per un momento e poi cosa rimane? Niente. Non c’è crescita, non c’è luce, non c’è niente: un istante. E tante volte siamo stati tentati da questa religione dello spettacolo, di cercare cose estranee alla rivelazione, alla mitezza del Regno di Dio che è in mezzo a noi e cresce“.
Il cristiano, invece, deve vivere la propria fede con speranza, senza bisogno di aggrapparsi ad eventi prodigiosi: “la nostra salvezza si dà nella speranza, la speranza che ha l’uomo che semina il grano o la donna che prepara il pane, mescolando lievito e farina: la speranza che cresca“. Ogni cristiano è dunque chiamato a custodire la speranza con pazienza.
“La pazienza nel nostro lavoro, nelle nostre sofferenze … Custodire come custodisce l’uomo che ha piantato il seme e custodisce la pianta e cerca che non ci sia cattiva erba vicino a lei, perché la pianta cresca. Custodire la speranza. – ha ribadito il Pontefice – E qui è la domanda che io faccio a voi, oggi: se il Regno di Dio è in mezzo a noi, se tutti noi abbiamo questo seme dentro, abbiamo lo Spirito Santo lì, come lo custodisco? – ha chiesto Bergoglio – So discernere la pianta buona del grano dalla zizzania?“
“La speranza è il filo della storia della salvezza. La speranza di incontrare il Signore definitivamente” – ha chiarito Francesco – “Domandiamo a noi stessi: ‘Io ho speranza? O vado avanti, vado avanti come posso e non so discernere il buono dal male, il grano dalla zizzania, la luce, la mite luce dello Spirito Santo dalla luminosità di questa cosa artificiale? Interroghiamoci sulla nostra speranza in questo seme che sta crescendo in noi, e su come custodiamo la nostra speranza“.
CARO FRANCESCO,
riflettere su se stessi è bello ma non tutti sono chiamati alla fede da un unico DIO buono quando nel mondo vi sono circa 7 miliardi che devono lavorare per mangiare e vivere sul unica vita che viene concessa sulla terra da GESÙ che nacque e morì per salvare l’uomo dal peccato poi l’umanità , ma allora vi erano 300 milioni di abitanti che passando secoli e secoli in malattie, dolori e angosce anche guerre fratricide e no , in ferite profonde sulla supremazia e/o la sopravvivenza di questa e/o quella razza . Oggi SIAMO fortunati di essere nati NEI nostri paesi dove sono state cancellate con la scienza, le epidemie , le guerre per il domino di vivere meglio sulla nostra terra
Così lo sviluppo scientifico, tecnologico ecc, è diventato estremamente necessario miglioralo in Italia e Europa , per donarlo ai paesi diversi che desiderano imitarci sulla speranza , di un futuro migliore.
E’ tanto difficile il discernimento, abbiamo tanta maleinformazione , tanti male “idoli”, scoraggiarci non e’ produttivo e facciamo il gioco del nostro nemico, satana, che ci vuole nella confusione.—-Quando dialogo con qualcuno mi domando: e’ sano quanto stiamo dicendo? produce buono? puo’ essere capire bene un problema, personale o sociale, per risolverlo o sterili chiacchiere?—–o una sana benefica risata? questo mi domando——-nel mio cammino di fede mi interrogo se e’ conforme al Vangelo quanto stiamo “chiacchierando”—credo che dovremmo parlare con calma per assicurarci il buon collegamento tra cervello +cuore= bocca, parole. Ascoltare in silenzio ci permette di “ascoltare” veramente l’altro, capire chi e’, di cosa ha veramente bisogno.