L’immagine molto forte di Gesù che piange su Gerusalemme ha spinto Papa Francesco a invitare i fedeli presenti alla Santa Messa in Casa Santa Marta a fare un esame di coscienza, chiedendosi ciascuno se siamo in grado di riconoscere quelle volte nelle quali il Signore ci visita.
Nel brano del Vangelo di oggi, ha spiegato il Vescovo di Roma, vediamo Gesù pieno di dolore per “questa storia di infedeltà, questa storia di non riconoscere le carezze di Dio“. Da una parte Dio cerca il suo popolo con amore e pazienza, e dall’altra, Gerusalemme non lo riconosce quando viene. Però, questo non risconoscere Dio quando visita il suo Popolo, non è una azione ferma nel tempo a duemila anni fa: questa azione si ripete ogni giorno, poiché Dio visita ognuno di noi tutti i giorni.
Da qui nasce spontanea la domanda che ogni cristiano deve rivolgere a se stesso: sono capace di riconoscere Dio quando viene a visitarmi? “Ognuno di noi – ha infatti spiegato il Pontefice – può cadere nello stesso peccato del popolo di Israele, nello stesso peccato di Gerusalemme: non riconoscere il tempo nel quale siamo stati visitati. E ogni giorno il Signore ci fa visita, ogni giorno bussa alla nostra porta“
Quindi, rivolgendosi ai fedeli presenti, ha detto: “tu fai tutti i giorni un esame di coscienza su questo? Oggi il Signore mi ha visitato? Ho sentito qualche invito, qualche ispirazione per seguirlo più da vicino, per fare un’opera di carità, per pregare un po’ di più? Non so, tante cose alle quale il Signore ci invita ogni giorno per incontrarsi con noi“.
Leggendo il brano del Vangelo di oggi da questa prospettiva ci rendiamo conto che “Gesù pianse non solo per Gerusalemme, ma per tutti noi. E dà la sua vita, perché noi riconosciamo la sua visita. – ha concluso Papa Francesco – Sant’Agostino diceva una parola, una frase molto forte: ‘Ho paura di Dio, di Gesù, quando passa!’. Ma perché hai paura? ‘Ho paura di non riconoscerlo!’. Se tu non stai attento al tuo cuore, mai saprai se Gesù ti sta visitando o no. Che il Signore ci dia a tutti noi la grazia di riconoscere il tempo in cui siamo stati visitati, siamo visitati e saremo visitati per aprire la porta a Gesù e così far sì che il nostro cuore sia più allargato nell’amore e serva nell’amore il Signore Gesù”.
Caro Papa Francesco Vescovo di Roma,
A leggere l articolo mi hai commosso associando l amore di Gesu’ o Dio a pingere su Gerusalemme non solo in vita anche dipo morto per le ferite profonde inflitte a quel popolo che lo volle sulla croce.
ma se Dio li ha perdonati contianuano nel dolore a vivere in quella terra direppentai o.condomini al popolo Palastinese.come vollero disegnare i confini i signori che vinsero la econda guerra mondiale.
Ma a prescindere dal evento storico la visita di Gesu nel nostro cuore ogni giorno contiinua solo a riflettere un attimo sulle nostre azioni ,
Cosi termmino a dire che i tuoi messaggi evangelici possono aiutare a vivere sugli eventi piu’tragici della nostra esiistenza