Dobbiamo accogliere i rifugiati senza paura e vincendo le ideologie distorte. Questo l’appello levato da Papa Francesco nell’Angelus di stamattina. Il Pontefice ha quindi spostato l’attenzione sulla forza che ogni cristiano può trovare nell’Eucarestia, e su quella forza che gli permette, oggi più che mai, di schierarsi dalla parte dei rifugiati.
L’attenzione di noi tutti, infatti, non può che andare a loro: a donne, uomini e bambini che fuggono dalle violenze e dalle persecuzioni. “Ricordiamo – ha detto il Papa – quanti di loro sono morti in mare o in estenuanti viaggi via terra. Le loro storie intrise di dolore e di speranza possono diventare un’opportunità di incontro e di conoscenza tra fratelli. L’incontro con i rifugiati, infatti, fa svanire paure e ideologie distorte, e diventa motivo di crescita, un motivo capace di fare spazio ai sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti”.
Il ruolo dell’Eucarestia, in tutto questo, è quindi quello di dare la forza spirituale, a ciascuno di noi, di aiutare il prossimo. “L’amore ricevuto da Cristo nell’Eucarestia, con l’opera dello Spirito Santo, alimenta il nostro amore per il Signore. Questa presenza del Figlio di Dio è ovunque: nelle città e nelle campagne, a Nord e a Sud, nei Paesi cristiani e in quelli che non lo sono ancora”.
Nell’Eucarestia, ha fatto notare il Papa, Gesù offre sé stesso per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento, ovvero amarlo come lui ha amato noi, costruendo comunità di accoglienza e di apertura, specie nei confronti delle persone più fragili e più bisognose.
Parlando di accoglienza e fragilità, Papa Francesco ha colto l’occasione per rivolgere uno speciale saluto ai cristiani della Repubblica Centrafricana, augurando che “con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti, ci sia modo di rilanciare e rafforzare il percorso di pace, che è condizione necessaria per poter avere lo sviluppo”. Sempre in termini di apertura al mondo, al più debole e al più bisognoso, Francesco ha ricordato che martedì si recherà a Bozzolo e Barbiana, laddove renderà omaggio a Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, “due sacerdoti che ci offrono un messaggio di cui abbiamo estremo bisogno”.