L’ultima riflessione dell’anno 2013 di Papa Francesco è stata quella espressa in occasione dei Vespri per la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il Te Deum: il Pontefice ha focalizzato l’attenzione su come trascorra il tempo nell’ottica biblica nonché in un emozionante parallelo tra Roma e il mondo.
Termina un anno e inizia uno nuovo ma, fa notare il Vescovo di Roma, il cristiano non si trova a vivere la fine di un anno e l’inizio di uno nuovo quanto il compimento di un periodo.
Nell’ottica biblica infatti la storia non è ripetitiva, non è ciclica ma è un cammino verso la seconda venuta del Signore. La storia dunque per un cristiano è lineare ed ogni anno che si compie è un pezzetto di quel percorso verso il compimento delle Scritture, “è un ulteriore passo verso la meta che sta davanti a noi – ha detto Papa Francesco – una meta di speranza, una meta di felicità, perché incontreremo Dio, ragione della nostra speranza e fonte della nostra letizia“.
Per questo, avendo compiuto un ulteriore pezzetto di strada, ci troviamo inevitabilmente a fare dei bilanci: “come abbiamo vissuto il tempo che Lui ci ha donato?“
Usando l’immagine di un cesta, il Pontefice ha invitato i cristiani a mettere in questa cesta ogni giorno dell’anno passato ed osservandolo, quasi dal di fuori, riflettere su “quanto tempo abbiamo riservato per ‘stare con Dio’, nella preghiera, nel silenzio, nell’adorazione…” e anche su quanto tempo, invece, “abbiamo usato soprattutto per noi stessi, per i nostri interessi“.
Dobbiamo imparare a spendere il nostro tempo anche per gli altri, non solo a noi stessi. Quindi portando la riflessione in un ambito locale, diocesano, il Pontefice ha fatto notare come proprio Roma, sede della cattolicità, città di eterna bellezza, racchiuda anche moltissima povertà con “tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza di ogni cittadino“.
Rispetto tanti altri luighi del mondo, ha affermato il Vescovo di Roma, è proprio a Roma che “forse sentiamo più forte questo contrasto tra l’ambiente maestoso e carico di bellezza artistica, e il disagio sociale di chi fa più fatica“.
Ribadisce dunque l’invito a spendere parte del proprio tempo per gli altri, a lasciarsi coinvolgere ed emozionare dalle vicende dei nostri fratelli meno fortunati “La Roma dell’anno nuovo sarà migliore se non ci saranno persone che la guardano ‘da lontano’, in cartolina – ha infatti terminato Bergoglio – che guardano la sua vita solo ‘dal balcone’, senza coinvolgersi in tanti problemi umani, problemi di uomini e donne che, alla fine… e dal principio, lo vogliamo o no, sono nostri fratelli”.
Alla Sua domanda rispondo così:
a volte per colpa mia ho agito male quindi ho vissuto giorni bui invece, in altre occasioni ho visto la Sua luce e quindi ho ringrazio Lui che ha guidato i miei passi .
ave maria…
E’ una domanda alla quale, se vogliamo essere onesti, è molto difficile rispondere. Non basta certo non rubare, non uccidere per farti sentire buon Cristiano….come si fa, Santo Padre?
E’ vero che la crisi economica,sociale e morale incalza e tende a destabilizzare tutto il nostro ecosistema,ma è anche vero che più che piangere e lamentarsi dobbiamo scoprire le cause della crisi e trovare le modalità per uscirne. La risposta non la dobbiamo cercare distante da noi:è dentro di noi,non solo nella mente,ma soprattutto nel cuore. Amare dio e il prossimo,sono le due chiavi definitivamente dall’attuale crisi.
Il Natale è Amore concreto più che poesia, è vita vissuta con Lui,per Lui e in Lui.