La misericordia non è una teologia che va di moda in questo periodo, né una teoria da brandire perché la gente ci applauda ma un modo concreto per avvicinare le persone. Papa Francesco, intervenendo per mezzo di un videomessaggio al Celam, riflettendo sulle parole e la vita di San Paolo, come lo stesso Apostolo riporta a Timoteo, indica come l’essersi lasciato toccare dalla misericordia di Dio è quanto ha permesso la conversione di Paolo.
“Ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento“, scrive infatti San Paolo, “Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede“. È proprio l’abbondanza della grazia di Dio, lo scoprire questa misericordia senza fine, che ci perdona e opera al di là dei limiti della comprensione umana, che rovescia il cuore di San Paolo, non senza lasciarci scandalizzati.
Infatti, umanamente, siamo portati a comportarci come il figlio maggiore della parabola del figlio prodigo: anche noi di fronte alla bontà del padre saremmo pronti a giudicare come fece il fratello maggiore e a non capire. Eppure, se ben pensiamo, il padre della parabola del figlio prodigo altro non fa che ridare al figlio perso la sua dignità di figlio: così è anche con San Paolo e così è con noi.
È importante, sottolinea infatti Papa Francesco, non dimenticare mai tutte le volte che Dio ha usato misericordia con noi, tutte le volte che ci ha restituito la nostra dignità di suoi figli, anche se non ce lo saremmo meritati. Quando dimentichiamo questo, infatti, ci invade una logica separatista – ha spiegato Bergoglio – che porta a fratturare la realtà sociale in buoni e cattivi, santi e peccatori.
La misericordia non è, dunque, una teoria, ma una vera e propria forma di avvicinare le persone, una forma di comportarsi con le persone che permette loro di sentire che nella loro vita non è stata ancora detta l’ultima parola. La misericordia è una forma di agire basata sulla speranza di cambiamento, una ricerca continua di nuove opportunità e per questo non sposa un modello o una ricetta, ma ha la sana libertà di spirito di cercare il meglio per l’altro, in modo che questa persona possa comprenderlo.
A questo punto la domanda principale per il cristiano è: come essere testimone di misericordia? Ebbene, nuovamente ci viene in aiuto San Paolo nel trovare la risposta a questa domanda.Egli infatti sottolinea come ciò che lo ha trasformato in Apostolo è proprio il come sia stato trattato, il modo in cui Dio è entrato nella sua vita: “Sono stato trattato con misericordia“.
Ecco dunque che possiamo avere i migliori progetti del mondo, le migliori intenzioni, ma se non sappiamo trattare gli altri non misericordia non riusciremo mai a trasformarci in testimoni di misericordia. E, conclude Papa Francesco, se è vero che San Paolo ci insegna che trattare con misericordia è il modo di agire di Dio, e quindi la meta cui deve aspirare ogni cristiano, va da sé che ogni tratto che non sia misericordioso alla fine si trasforma in maltrattamento.