All’Udienza il Salmo 71 è la base delle meditazioni del Pontefice, che porta avanti la Catechesi sulla Vecchiaia. Il pensiero di oggi è “Non mi abbandonare quando declinano le mie forze” .
Durante la vecchiaia “la memoria delle fatiche superate e delle benedizioni ricevute è messa alla prova della fede e della speranza. […] questo processo diventa un’occasione di abbandono, di inganno e prevaricazione e di prepotenza, che a volte si accaniscono sull’anziano.” Quanto è facile oggi! Gli anziani non vengono più presi in considerazione, spesso anzi vengono sfruttati, raggirati, ci si approfitta della loro condizione di fragilità.
La cultura dello scarto, a cui spesso fa riferimento Papa Francesco, ci porta a considerare i vecchi un peso che non hanno più nulla da dare. Così “siamo tutti tentati di nascondere la nostra vulnerabilità, di nascondere la nostra malattia, la nostra età e la nostra vecchiaia, perché temiamo che siano l’anticamera della nostra perdita di dignità.”
Ecco dunque che l’anziano del Salmo “che vede la sua vecchiaia come una sconfitta, riscopre la fiducia nel Signore. Sente il bisogno di essere aiutato. E si rivolge a Dio.” Con dignità e senza vergogna perché “la vergogna dovrebbe cadere su coloro che approfittano della debolezza della malattia e della vecchiaia. La preghiera rinnova nel cuore dell’anziano la promessa della fedeltà e della benedizione di Dio.”
E Dio sempre accoglie le nostre preghiere, e in questo gli anziani hanno un altro insegnamento da offrirci: “tutti abbiamo bisogno di abbandonarci al Signore, di invocare il suo aiuto.” Non fuggiamo dalla vecchiaia, non nascondiamola, non vergogniamocene. Essa arriva per tutti. “E come tu vorresti essere trattato o trattata nel momento nella vecchiaia, tratta tu gli anziani oggi. Sono la memoria della famiglia, la memoria dell’umanità, la memoria del Paese.”
Dobbiamo custodirla, è un tesoro di inestimabile valore. I vecchi sono la nostra ricchezza, prendiamocene cura.