All’udienza generale Papa Francesco continua la catechesi sugli Atti degli Apostoli dove il libro nella parte finale, racconta che il Vangelo prosegue la sua corsa non solo per terra ma per mare, su una nave che conduce Paolo prigioniero da Cesarea verso Roma, nel cuore dell’Impero, perché si realizzi la parola del Risorto: «Di me sarete testimoni […] fino ai confini della terra»
La navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli spiega Francesco. Il viaggio si fa pericoloso. Paolo consiglia di non proseguire la navigazione, ma il centurione non gli dà credito e si affida al pilota e all’armatore. Il viaggio prosegue e si scatena un vento così furioso che l’equipaggio perde il controllo e lascia andare la nave alla deriva.
Quando la morte sembra vicina Paolo rassicura i compagni dicendo: «Mi si è presentato […] questa notte un angelo di quel Dio al quale io appartengo e che servo, e mi ha detto: “Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco, Dio ha voluto conservarti tutti i tuoi compagni di navigazione”». Paolo nella buone e nella cattiva sorte sarà sempre custode della vita degli altri e animatore della loro speranza spiega il Santo Padre.
Il vangelo continua: Al naufragio segue l’approdo sull’isola di Malta, i cui abitanti dimostrano una premurosa accoglienza… piove e fa freddo ed essi accendono un falò per assicurare ai naufraghi un po’ di calore e di sollievo. Paolo accende il fuoco con alcuni rami e viene morso da una vipera ma non subisce alcun danno: la gente, guardando questo, dice: “Ma questo dev’essere un grande malfattore perché si salva da un naufragio e finisce morso da una vipera!”. Aspettavano il momento che cadesse morto, ma non subisce alcun danno e viene scambiato addirittura per una divinità. In realtà, quel beneficio viene dal Signore Risorto che lo assiste spiega Francesco, come afferma la sua promessa e rivolta ai credenti: «Prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno»
Il viaggio a Malta precisa il Santo Padre diventa per Paolo l’occasione propizia per dare “carne” alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati. La legge del Vangelo è così, quando un credente fa esperienza della salvezza la mette in circolo. «Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri». Un cristiano “provato” può farsi di certo più vicino a chi soffre annuncia Francesco.
Paolo ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la «convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti» e la «certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo». L’amore a Dio sempre è fecondo, chi riceve i doni del Signore potrà darli agli altri.
1 pensato per “Un cristiano “provato” è più solidale verso gli altri”