Bisogna lasciarsi interpellare dallo Spirito Santo, imparare ad ascoltarlo e prendere le decisioni soltanto dopo. E’ questa l’esortazione fatta da Papa Francesco nel corso della Messa mattutina tenutasi a Casa Santa Marta.
Lo Spirito Santo è colui che ispira, che muove il cuore e da cui nascono le emozioni. Ecco perché ancora una volta è il soggetto attorno al quale Papa Francesco ha costruito la sua omelia. Bisogna quindi chiedersi se siamo capaci di ascoltare lo Spirito, se traiamo ispirazione da Lui o se prendiamo le nostre decisioni senza stare ad ascoltarlo: porsi queste domande è fondamentale perché sono proprio queste le domande che tracciano l’identikit di un buon cristiano.
Un buon cristiano, infatti, non può essere considerato tale se chiude il suo cuore allo Spirito. E’ un po’ come quando nei Vangeli si fa riferimento ai dottori della Legge: questi erano credenti in Dio, erano a conoscenza di tutti i comandamenti, ma il loro cuore era chiuso e fermo, perché non permettevano che si lasciasse ispirare dallo Spirito.
Una persona che non apre il suo cuore allo Spirito Santo, ha detto il Papa, “è una persona che ha una fede fredda e ideologica. Ecco, la sua fede è ideologia, null’altro”. “Chiedo che lo Spirito mi guidi per il cammino che devo scegliere nella mia vita? Chiedo che mi dia la grazia di distinguere il buono? Perché il buono si distingue subito dal male. Chiedo questo tipo di grazia? Questa domanda io vorrei seminarla oggi nel vostro cuore”.
Il fatto che il cristiano debba lasciarsi ispirare dallo Spirito lo si ritrova anche nell’Apocalisse, quando l’apostolo Giovanni invita le “sette Chiese” – cioè le sette diocesi di quel tempo – ad ascoltare ciò che lo Spirito dice loro. “Chiediamo anche noi questa grazia di ascoltare quello che lo Spirito dice alla Chiesa, alla comunità, alla parrocchia, alla famiglia e a ciascuno noi. Chiediamo – ha aggiunto il Papa – la grazia di imparare questo linguaggio di ascolto”.