In Venezuela più di 7 milioni di persone hanno partecipato al referendum contro l’Assemblea Costituente voluta dal presidente Maduro. Durante le votazioni si sono registrati episodi di tensione e di violenza, e una persona è persino rimasta uccisa (sebbene alcune fonti parlino di due vittime).
Sulla questione è tornato ad esprimersi anche Papa Francesco, che nelle scorse ore ha detto: “Rivolgo un saluto speciale alla comunità cattolica venezuelana in Italia, rinovando la preghiera per il vostro amato Paese”. Poche quindi le parole che Francesco ha espresso sul referendum, ma per quanto poche, le sue parole sono state incisive.
Il referendum per la Costituente infatti è stato indetto senza alcuna autorizzazione del governo, e la Chiesa ha dato il suo supporto all’iniziativa allestendo dei seggi in alcuni edifici di sua proprietà. I vescovi, d’altronde, hanno sempre accusato Maduro di voler mettere su una Costituente al solo scopo di instaurare una dittatura militare di stampo marxista che acuirebbe la povertà e la distruzione del Paese, e che priverebbe ulteriormente i venezuelani dei loro diritti civili e politici (oltre che umani).
Il voto si è concluso con oltre il 98% dei votanti che si è espresso in una funzione anti-Maduro. Per l’opposizione questo è un messaggio chiaro ed inequivocabile di come tra il Paese e il governo si sia creata una fattura non più sanabile, anche perché ormai si vive una situazione che ha toccato il suo punto massimo di sopportabilità.
Un rapporto della Caritas italiana intitolato “Inascoltati, un popolo allo stremo chiede i suoi diritti fondamentali”, ci racconta infatti che nel Paese sudamericano mancano cibo e medicine, e che la mortalità infantile e materna ha toccato livelli altissimi.